: aurora possenti
2025
intervista di about:
Indagini sui protagonisti delle call
Ti va di raccontarci brevemente chi sei e di cosa ti occupi? Una piccola presentazione per conoscerci meglio.
Ciao. Brevemente: mi chiamo Aurora, classe 00, nata e cresciuta in Bovisa, nella periferia di Milano. Mi sono laureata in Design del Prodotto a Milano, in NABA, e principalmente mi occupo della progettazione di prodotti. Da due anni faccio parte dello studio Sovrappensiero Design, dove seguo le diverse fasi del processo progettuale, spaziando tra ambiti differenti. In parallelo collaboro anche con NABA per diversi progetti e workshop.
→ Hic et nunc di Aurora Possenti
→ T.V.B. di Aurora Possenti
Ci racconti brevemente, attraverso la tua esperienza, come è nato il progetto ABOUT?
ABOUT è nato come un workshop interno allo studio sovrappensiero. L'intento era quello di dedicarci a un tema sempre diverso e, senza obbiettivi esterni, progettare e confrontarci. Sentivamo il bisogno di ritagliarci uno spazio in cui poterci svagare progettando, staccando un attimo la testa dai progetti pensati per i clienti, e riscoprendo una libertà progettuale più spontanea e sincera.
Sei stata collaboratrice di tutte e 5 le call, hai notato un'evoluzione di About? ti va di raccontacela?
ABOUT, secondo me, oltre ad essersi evoluto sicuramente in termini numerici, ha preso due forme diverse agli occhi delle persone. Da un lato è rimasto quello che era all’inizio, ovvero uno spazio di esercizio, di confronto e di allenamento del proprio metodo progettuale. Dall’altro, per la maggior parte delle persone, ABOUT è diventato soprattutto uno spazio libero e concreto per esporre e ottenere più visibilità.
→ Precisione di Aurora Possenti
Credi che il progetto sia rimasto fedele a sé stesso?
Il progetto è nato come una dichiarazione d’amore verso la progettazione pura e sincera e continua ad esserlo, non si è tradito ed è rimasto fedele a sé stesso. Le forme e le dinamiche sono sicuramente cambiate, ma la radice è quella.
Hai presentato sia progetti personali che lavori sviluppati in collaborazione con un collettivo, dimostrando una spiccata attitudine al lavoro di squadra. Alla luce di queste esperienze che stai vivendo, come e dove immagini Aurora tra dieci anni?
Essere parte di un collettivo è stata un’esperienza bella, ho condiviso molto, sia a livello creativo che umano. Però, se guardo a me stessa oggi e mi proietto nel futuro, vedo me stessa. Sicuramente continuerò a essere immersa in tante esperienze diverse e circondata da persone con cui progettare e collaborare, ma partirà tutto da uno spazio personale e indipendente, capace di esistere anche senza un gruppo.
→ Lama a doppio taglio di Marco Dall’Olio
Tra i vari temi proposti, ce n’è stato uno che ti ha stimolata in modo particolare? Se sì, perché?
Il tema che più mi ha stimolato è sicuramente About: Lame, complice il fatto che è stato il “primogenito”. Quello che mi è piaciuto è che era pieno di limiti. Si doveva partire da un materiale specifico, ovvero le lame di un taglierino, non lame generiche, e questo ti costringeva a lavorare con una forma ben precisa che varia solo in due o tre dimensioni. Inoltre, avevamo vietato l’uso del tema della violenza, che è forse la seconda cosa che viene in mente quando si pensa a una lama. È stata una sfida importante.
→ Mollami di Aurora Possenti
Tra i progetti presentati nelle varie call di ABOUT, penso che quello che più di tutti vorrei riprogettare sia “Precisione”, realizzato per la call di About: Lame. Era in una fase completamente embrionale, più un’intuizione che un progetto, e a distanza di tempo lo vedo come qualcosa che andrebbe proprio iniziato.
Fra i vari progetti che hai realizzato per ABOUT ce n’è uno, o più di uno, che a distanza di tempo vorresti modificare o riprogettare del tutto?
Se sì, ce lo racconteresti?
→ Spazzolino molto intimo di Aurora Possenti
→ Scusa mamma di Aurora Possenti
Quale dei lavori che hai realizzato per ABOUT pensi rappresenti meglio la tua filosofia progettuale?
Penso che “Hit et nunc “, “Spazzolino molto intimo” e “T.V.B.” siano i progetti che più mi raccontano. Sono sicuramente progetti che non vogliono risolvere i grandi problemi del mondo ma si prendono cura dei “peli nell’uovo”, piccole situazioni, comportamenti, intuizioni che osservo, analizzo, apro, complico, giro e rigiro fino a trovare una forma che le possa raccontare con semplicità.
Tra i progetti di altri partecipanti che mi hanno colpito particolarmente c’è sicuramente “Lama a doppio taglio” di Marco Dall’Olio per l’intuizione delicata che interviene lateralmente, senza dare troppo fastidio, accompagnando un nuovo comportamento. “Di madre in figlia” di Geny Iorio per il racconto personale che prende forma e si racconta con delicatezza alle persone. Infine, “Ostinato, inutile, umano” di Manuji Colucci per come usa il tema come pretesto per urlarti un messaggio addosso attraverso un semplice gesto.
C’è qualche progetto di altri partecipanti che ti ha colpito in modo particolare? Cosa ti ha fatto apprezzare quel lavoro?
Quali valori pensi sia importante far emergere attraverso i progetti presentati in ABOUT?
Penso sia importante che, attraverso i progetti di ABOUT, emerga ogni tipo di valore che ogni partecipante sente il bisogno di portare. La forza del progetto sta proprio nel dare spazio a visioni personali, frammenti di pensieri differenti e approcci progettuali liberi.
Mi piacerebbe proporre temi molto specifici, come “orologio che indica il tempo” o “tappo per bottiglia”. Oppure, anche se più aperto e potenzialmente rischioso, proporrei come punto di partenza delle azioni come “bucare” “tagliare” “custodire”.
Se toccasse a te scegliere il prossimo tema dell’open call di ABOUT, quale proporresti? C’è un argomento che ti piacerebbe esplorare?
Quali aspetti positivi o insegnamenti hai portato e continui a portare a casa da questo progetto?
Trovare sempre tempo per pensare e progettare in modo spensierato.
Non riesco a immaginare con precisione il futuro di ABOUT, anche perché tutto quello che è successo finora è stato inaspettato. Il progetto ha preso forma soprattutto in base alle risposte, ai feedback e all’energia dei partecipanti e delle persone coinvolte. Per questo motivo preferisco non definire troppo cosa sarà.
Come immagini il futuro di ABOUT? Cosa ti auguri per il progetto nei prossimi anni?
→ Ostinato, inutile, umano di Manuji Colucci
→ Di madre in figlia di Geny Iorio