ELISA TESTORI

introduzione per About:Carta Abrassiva


AUTORE

Editor, redattrice e producer, è specializzata nella cura di pubblicazioni e mostre sul mondo del progetto. Dal 2002 ha collaborato con diverse realtà culturali, creative e industriali tra cui La Triennale di Milano (dove ha ricoperto il ruolo di assistente curatrice dal 2002 al 2006), Studio Giulio Iacchetti, Corraini Edizioni, Salone del Mobile.Milano, Foscarini, Roda, Humboldt Books, Edizioni Casagrande, Johan&Levi, Veii, Éditions Dilecta. È stata responsabile della redazione di Inventario, il progetto editoriale curato da Beppe Finessi vincitore del premio Compasso d’Oro nel 2014; varie pubblicazioni e progetti di aziende a cui ha contribuito sono stati selezionati per l’ADI Design Index e hanno ricevuto riconoscimenti di valore. È docente a contratto presso la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano e il Cfp Bauer di Milano.


Come citare questo testo

Testori E, (2025). Introduzione ad About:carta abrasiva. Call04 collana editoriale About: Anno II n.1, ShowDesk Edizioni, Milano 2025.

Levigare, smussare, rimuovere, trasformare, sgrossare, preparare, lucidare, pulire, rifinire. La carta abrasiva è cura e ricerca di una determinata perfezione, da raggiungere a mano oppure a macchina.

È un materiale semplice che rimanda direttamente al fare e a un certo tipo di fare. Un fare manuale, tecnico, pratico, più o meno specializzato, in grado di mutare e alterare al bisogno superfici e manufatti. Nell’opportunità di un invito a progettare, oltre che a un unico materiale codificato, è bello pensare anche a una sostanza da esplorare nelle sue davvero numerose versioni, composizioni e applicazioni.

Tanti i formati, tanti gli usi e le specializzazioni, tanti i tipi di grana classificati per finezza e con il relativo numero ben visibile sul retro dei fogli. E tra un inno alla lentezza manuale e la performance tecnologica più alta in termini di tempi di produzione, non vanno dimenticati gli oggetti che integrano la carta abrasiva o che sono stati creati per il fare della carta abrasiva stessa. Le scatole dei cerini e dei fiammiferi, le lime per le unghie e le raspe per i calli, gli skateboard, il cabrone per orafi e orologiai, le lettere di carta vetrata del metodo Montessori; i dischi per le levigatrici o per le monospazzole dedicate a pavimenti di ogni tipo, i nastri abrasivi e poi la cosiddetta “papera”, la levigatrice palmare a delta che supporta la carta di formato triangolare, oppure il “carroarmato”, ossia la levigatrice a nastro e ancora il tampone, il blocco per carteggiare.

Nel percorso di ricerca avviato nel contesto di “About” si punta a far rilevare e rivelare le capacità altre di oggetti e materiali: i progetti presentati guardano dunque alla natura della materia e anche alle sue forze espressive e allegoriche. E allora il rimuovere diventa erodere, lo smussare si fa ammorbidire, l’abradere può rimandare al punire, al dissuadere e all’addomesticare. E poi accendere, depurare, spaventare, scavare, bloccare, riconoscere, sentire, segnare e lasciare il segno strappando sorrisi. Tra i temi indagati spicca quello del rapporto con il denaro, che viene messo in relazione al potere erosivo della carta abrasiva grazie a inediti portafogli e intelligenti tessere gratta&vinci che impoveriscono già nell’atto dell’essere raschiate con una moneta.

Poi la protezione, che può passare attraverso piccoli atti di intimidazione e così possiamo difendere noi stessi e le nostre piccole proprietà, quali schiscette o sigarette, grazie al potere del materiale in questione. La polemica, certi principi di etica e i riferimenti forti a temi di sempre attuale politica passano attraverso la grana della carta e guardano al nostro mondo tra bieco consumo, ossessione per la bellezza e geografie da rendere libere. Ci sono progetti che rivisitano le funzioni della materia e risultati nati dall’unione tra l’abrasivo e la sua metà d’elezione, il legno, di cui fanno sprigionare il profumo; ci sono oggetti che mutuano linguaggi costruttivi da mondi altri, riflessioni acute sul significato delle parole legate alla carta abrasiva, osservazioni anche poetiche intorno al valore estetico e metaforico delle ruvidezze e intorno alle dimensioni pratiche e inclusive del materiale, che può fungere da superficie differenziata e riconoscibile per non vedenti.

E non mancano cambi di senso e di relazione tra la materia abrasiva e oggetti e contesti che già la integrano, come brillanti portafiammiferi e ventagli da falegnameria. Indagini che esplorano molti dei significati altri di un soggetto in grado di far progettare e comunicare attraverso le sue sorprendenti capacità di relazione con il tatto, l’udito, la vista, l’olfatto. Fino ad arrivare a un solo, isolato, unico grano abrasivo eletto a concetto, ad assoluto. Perché anche e soprattutto nella carta abrasiva, il dettaglio – con quella grana così minuta e pur così diversa, che rende tridimensionale un supporto altrimenti in due dimensioni – fa la differenza.

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