: ornamento
2025
parole di about:
Una riflessione sul gesto decorativo come atto di significazione
About:
Milano 2025
riflessioni sul tema
In questa selezione di oggetti, la superficie delle cose diventa profonda, trattiene memorie, genera senso. Non copre, ma rivela. Ritroviamo dettagli che parlano piano, ma restano impressi, scopriamo tracce che raccontano una storia, anche dove non ce lo aspettiamo. La decorazione è stata a lungo considerata superflua, un orpello destinato a coprire le mancanze della funzione. Adolf Loos, nel suo celebre saggio Ornamento e delitto, la definiva un retaggio primitivo, un freno al progresso. Eppure, alcuni progetti di ABOUT mostrano che l’ornamento può essere altro: non più un accessorio, ma un linguaggio capace di dare profondità e significato agli oggetti. Non si tratta di aggiungere, ma di trasformare, di utilizzare la decorazione come strumento per interrogare ciò che vediamo e come lo interpretiamo. In questi lavori, l’ornamento diventa il cuore stesso dell’oggetto, il modo in cui esso dialoga con noi, rendendo visibili domande che spesso restano silenziose.
→ Charme di Gaia Vitali
→ Faccetta di Domenico Rescigno
Charme di Gaia Vitali trasforma il taglierino, un oggetto che associamo alla funzionalità essenziale e a un’estetica severa, in qualcosa di giocoso, quasi frivolo. I suoi semicerchi forati, colorati e leggeri, invitano a decorarlo, a personalizzarlo, a renderlo proprio. Non è più solo uno strumento per tagliare, ma un piccolo manifesto di libertà. Perché non possiamo rendere grazioso anche ciò che utilizziamo ogni giorno? Perché gli strumenti devono restare austeri, silenziosi, anonimi? Questo taglierino non cambia funzione, ma ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con gli oggetti, a chiedere bellezza anche nelle pieghe più nascoste del quotidiano.
Punto Croce di Agnese Roviti prende fascette e reti metalliche, materiali rigidi e meccanici, e li trasforma in un ibrido sorprendente, un ricamo tridimensionale che vive a cavallo tra tecnica e poesia. Da un lato della rete, il linguaggio del punto croce, ordinato e familiare; dall’altro, le fascette si aprono in una sorta di cespuglio di fili, un caos vibrante che sembra danzare nello spazio. Non c’è nulla di tradizionale qui: c’è invece un modo per ricordarci che l’ornamento può essere costruzione, sperimentazione, un atto che sfida il confine tra il rigore e l’esplorazione.
Bristles Feel è un oggetto che non si accontenta di decorare ma ci mette di fronte a noi stessi, ai nostri corpi, alle nostre percezioni. Un preservativo ricoperto di setole colorate che richiama i peli, un dettaglio che solitamente cerchiamo di nascondere o controllare. Ma perché i peli non possono diventare ornamenti, come i capelli che coloriamo, pettiniamo, trasformiamo? È un progetto buffo, enigmatico, che fa sorridere ma che, sotto la sua leggerezza, nasconde domande profonde: come costruiamo la bellezza? Cosa scegliamo di mostrare e cosa di nascondere? E se il corpo stesso fosse il nostro primo ornamento?
Faccetta di Domenico Rescigno è forse il più esplicito nel dichiarare il potere narrativo dell’ornamento. Una piccola maschera antropomorfa che trasforma la fascetta in "faccetta", un oggetto che non solo tiene insieme ma racconta, connette, trasforma. I tratti umani della maschera danno vita a storie, creano relazioni, espandono la funzione della fascetta in un universo di possibilità. Non è più solo un oggetto, ma un dispositivo che ci invita a immaginare, a giocare, a creare nuove connessioni.
Traccia di Sarah Richiuso lavora sulla decorazione come impronta. Due vasi in ceramica portano sulla superficie il segno lasciato da griglie metalliche a maglie diverse, impresse sulla terracotta ancora morbida. Un gesto semplice e silenzioso, che trasforma un oggetto funzionale in un luogo di memoria. La decorazione non è aggiunta, ma rivelata: è la traccia di un incontro tra materiali, il negativo di qualcosa che c’è stato e che ora rimane come pelle impressa.
Sandpaper di Stefano Di Primio parte da un equivoco linguistico e lo trasforma in poesia. In inglese, carta abrasiva si dice “sandpaper”: carta con sabbia. E allora perché non usare davvero la sabbia? Nascono così tre cartoline, ciascuna rivestita con sabbia vera, raccolta da tre spiagge diverse, ognuna con la sua grana, il suo colore, il suo peso. L’ornamento diventa geografia emotiva, racconto tattile di luoghi vissuti. Una decorazione che si fa archivio personale, mappa affettiva, viaggio.
Questi oggetti non si limitano a decorare: ci interrogano. L’ornamento non è più un rivestimento, ma un atto di significazione, un modo per rendere visibile ciò che spesso rimane nascosto. In "Charme", l’ornamento ci parla di identità, di appropriazione personale. In "Punto Croce", ci mostra come il rigore e il disordine possano convivere, creando qualcosa di inaspettato. In "Bristles Feel", ci costringe a confrontarci con i nostri tabù, a riconsiderare ciò che pensiamo sia bello o accettabile. In "Faccetta", diventa un linguaggio, una semiotica che trasforma il quotidiano in un teatro di relazioni e significati. "Traccia" rivela l’ornamento come impronta, come memoria silenziosa. "Sandpaper" ci racconta come la decorazione possa contenere tempo, luoghi, emozioni.
→ Traccia di Sarah Richiuso
Alla fine, questi progetti ci chiedono di fermarci, di guardare gli oggetti con occhi nuovi, di ritrovare il piacere di decorare non per aggiungere, ma per rivelare. Ci insegnano che l’ornamento non è un lusso, ma un bisogno: il bisogno di raccontare, di rendere visibile ciò che sentiamo, di trasformare il mondo che ci circonda in qualcosa di più umano, di più nostro. E forse, proprio in questo gesto, ritroviamo il senso profondo della decorazione: non un atto di abbellimento, ma una dichiarazione di esistenza.
Questo è uno dei testi del nostro journal: un archivio aperto di pensieri e progetti che aiutano a guardare il design con occhi diversi.
Una riflessione collettiva sul valore del gesto, del dettaglio, dell’identità.
→Punto Croce di Agnese Roviti
→Bristles Feel di Serena Pigliapoco, Tommaso Narducci
→Sand paper di Stefano Di Primio