: studio sostanza
2025
intervista di about:
Indagini sui protagonisti delle call
Vi va di raccontarci brevemente chi siete e di cosa vi occupate?
Una piccola presentazione per conoscervi meglio.
Siamo uno studio torinese di industrial design con background legato alla prototipazione rapida. Abbiamo competenze nella modellazione parametrica e nella progettazione per la stampa 3D, siamo entrambe docenti presso IED Torino, sui corsi di Product Design e Rhinoceros.
Disegniamo piccoli complementi e strumenti da scrittura, packaging ed
espositori, curiamo edizioni limitate e progetti grafici. Il nostro approccio al design è poetico e pragmatico. Diamo forma ad oggetti in grado di suscitare curiosità ed empatia, rimanendo sempre focalizzate sulle dinamiche produttive e attente alla sostenibilità, anche economica, del progetto. I nostri prodotti sono emozionanti e ingegnosi, facili da capire e da amare.
→ 100pz di Studio Sostanza
→ Fumantini di Studio Sostanza
Come avete scoperto ABOUT:?
Avete deciso subito di partecipare o avete aspettato l’uscita di un tema che vi rispecchiasse di più?
Abbiamo saputo delle call tramite Instagram, con la pubblicazione dei progetti della prima edizione. Ilfatto che tra i partecipanti ci fossero anche nomi noti come Odo Fioravanti ha sicuramente catturato la nostra attenzione. Così abbiamo iniziato a seguire la pagina e dopo aver visto i risultati della seconda call abbiamo deciso di partecipare alla numero 3 ABOUT: Fascette. Non è stato tanto il tema quanto il capire che stava succedendo qualcosa di interessante a cui sentivamo di voler prendere parte.
Cosa vi ha spinte a partecipare alla vostra prima call?
E cosa vi ha motivate a continuare con le edizioni successive?
Il desiderio di avvicinarsi a Milano ed inserirsi in contesti in cui conoscere colleghǝ e possibili collaboratorǝ. ABOUT: ci è sembrato un contenitore piuttosto ampio e variegato. Conoscevamo e abbiamo sempre apprezzato il lavoro dei Sovrappensiero e ci è piaciuta la modalità democratica con cui è stato impostato il progetto, mettendo studentɜ e professionistɜ anche molto importanti sullo stesso piano.parte.
→ Sostanza di Studio Sostanza
Griglie, perché ha un taglio aperto.
Mentre gli altri richiamavano più facilmente il ready made, griglie ha favorito uno sviluppo più completo dell’idea, portando il concetto nella direzione del prodotto.
Tra i vari temi proposti, ce n’è stato uno che
vi ha stimolate in modo particolare, perché?
Levigare stanca, il ventaglio costruito con i dischi esausti di carta vetro, ci piacerebbe perfezionarlo. Quel lavoro viene da un progetto avviato anni fa e poi lasciato perdere. L’idea originale era quella di poter inserire nel manico a pinza una qualsiasi cartolina per ottenere un ventaglio. Il manico ha un sistema costruttivo interessante che abbiamo sviluppato anche in altri progetti legati alla flessibilità del legno, ma ha sempre avuto un problema di spostamento della paletta in carta durante l’uso. L’attrito della carta abrasiva risolve il problema, ma l’oggetto risulta pesante e molto artigianale. Funzionava nel contesto di ABOUT: per lo spunto ironico, ma rimane tra i progetti ancora da risolvere. Anche se non è del tutto pertinente con la domanda, ci sembra interessante aggiungere qui un’altra situazione che si è verificata nella call 03. Per il tema Fascette era già pronto un progetto innovativo che poteva inserirsi molto bene nel contesto, ma che alla fine abbiamo deciso di non mostrare per poter valutare meglio lo sfruttamento dell’idea e l’eventualità di proteggerla con un brevetto. Quindi ci siamo limitate a due proposte molto semplici, anzi proprio minimali, tenendo l’altro progetto nel cassetto. Col senno di poi forse avremmo potuto inserirlo.
Fra i vari progetti che avete realizzato per
ABOUT: ce n’è uno, o più di uno, che a distanza
di tempo vorreste modificare o
riprogettare del tutto?
Se sì, ce lo raccontereste?
→ Levigare stanca di studio sostanza
Quale dei progetti che avete realizzato pensate rappresenti al meglio l’identità di Studio Sostanza?
Instant Gourmet è tra tutti quello che potrebbe inserirsi meglio in mezzo agli altri nostri progetti, infatti l’abbiamo anche messo a portfolio sul sito.
→ Instant Gourmet di studio sostanza
Se doveste immaginare quel progetto esposto insieme ad altri 4 oggetti (non legati ad ABOUT:), quali scegliereste?
Lo stampo per ghiaccio Lingotto di Giulio Iacchetti, la piastra Herringbone di Inga Sempé, il progetto Stain di Bethan Laura Wood legato alla traccia che bevande colorate come tè e caffè lasciano sulla ceramica, ma anche il piatto Pocopiano di Paolo Stefano Gentile per Orografie. C’è un discorso sul segno che accomuna diversi progetti interessanti legati al mondo del food: prodotti collegati al dare forma al cibo, a lasciare una traccia decorativa o guidare l’estetica dell’impiattamento.
→ Herringbone di Inga Sempé
→ Pocopiano di Paolo Stefano Gentile
→ Stain di Bethan Laura Wood
→ Lingotto di Giulio Iacchetti
Come già anticipato, il cambiamento è probabilmente collegato al tema proposto. Mentre prima l’oggetto delle call era più legato a strumenti e materiali di uso comune, il tema griglie ha messo in luce un ventaglio di possibilità più ampio e forse ha portato un maggior numero di designer ad uno sviluppo diverso dal ready made. Il nostro approccio progettuale parte sempre da prototipi e modelli di studio, preferiamo questi strumenti più diretti per ragionare in tre dimensioni, rispetto ad esempio al disegno. Normalmente però i modelli rimangono una parte non visibile del processo, ciò che condividiamo è il prodotto industriale che ne deriva. In questo senso Instant Gourmet è il progetto più “risolto” tra quelli presentati, infatti ora non escludiamo l’idea di coinvolgere un’azienda casearia per valutarne lo sviluppo commerciale.
Nell’ultimo progetto presentato per ABOUT: Griglie, Instant Gourmet, avete adottato un linguaggio più orientato al prodotto industriale, mentre nell’ edizione precedente l’impronta era più vicina ad un lavoro quasi artigianale, tra prototipo e studio. Da cosa nasce questo cambiamento e come si inserisce nella vostra visione progettuale?
Art. -585 di Asterisco
Geta di Ivan Raimondi
Fascia Oraria di Sovrappensiero
Pavè di Tommaso Ceschi
Vetromorfosi di Niccolò Foy
- C’è qualche progetto di altri partecipanti che vi ha colpito in modo particolare? Cosa vi ha fatto apprezzare quel lavoro?
ABOUT: è un'occasione per molti progettisti di mettersi in mostra, tuttavia questo causa anche una dispersione a causa della grande quantità di materiale.
Cosa vi sentite di consigliare ad un designer che vuole emergere qualitativamente con i suoi progetti?
In generale è importante l'autocritica, non affezionarsi troppo alle proprie idee e cambiare direzione quando serve, mettersi nei panni di chi quel progetto lo fruirà - senza indicazioni o preparazione specifica -domandandosi se sarà in grado di comprendere le nostre intenzioni. Cercare il confronto è un altro tema significativo. Un sistema interessante descritto da Paul Arden è questo: anziché chiedere all’altrǝ se il nostro progetto lǝ piace, meglio fare una domanda in negativo su ciò che non funziona, o cosa secondo lǝi sarebbe da cambiare. In questo modo avremo un parere onesto, non limitato dalla paura di offenderci.
Nel contesto specifico di ABOUT: può essere poi importante ragionare sul colpo d’occhio, ovvero capire come trasmettere il significato del progetto in una sola immagine. Allo stesso modo la scelta di un nome d’impatto, che sia la chiave di lettura e comprensione, può fare gioco. In ultimo la qualità dei prototipi: una buona idea tradotta in un modello impreciso può penalizzarne la resa. Meglio scegliere con cura le tecniche e le soluzioni costruttive, anche con un pizzico di furbizia.
Quali valori ritenete importanti da far emergere attraverso i progetti presentati in ABOUT:?
Le call di ABOUT: richiamano leggerezza e immediatezza, due valori non sempre centrali nei lavori su commissione. Ribaltare il significato, scherzare con il linguaggio, formulare metafore visive e associazioni in grado di emozionare e di far sorridere, sono tutte pratiche creative pure, sistemi per “combinare elementi esistenti in modo nuovo e utile”. Ci sembra che l’output delle call sia mediamente orientato verso questo approccio e lo troviamo interessante proprio per l’idea di giocare liberamente
La prima cosa che ci viene in mente è potenziare la parte di curatela, non per quanto riguarda la selezione delle opere ma per costruire percorsi di senso, per esempio raccolte tematiche all’interno di ogni call oppure anche trasversali. In generale sarebbe bello che ci fosse un momento di confronto e narrazione durante l’evento, magari proprio condotto da curatorɜ che potrebbero condividere una riflessione prima di avviare la parte conviviale della serata. Un’altra idea invece, per incentivare il lavoro qualitativo e promuovere il progetto, potrebbe essere quella di inserire un magazine di settore come partner del progetto, per abbinare ad ogni call la pubblicazione di alcuni progetti. In generale poi si potrebbe ragionare sulla sostenibilità di ABOUT:, capire se e come coinvolgere partner o sponsor esterni, o magari inserire una quota di partecipazione - anche simbolica - per poter gestire al meglio un’iniziativa in crescita ed i relativi costi.
Quali aspetti positivi o insegnamenti avete portato a casa da questa esperienza?
Se toccasse a voi scegliere il prossimo tema
dell'open call di ABOUT:, quale proporreste?
C’è un argomento che vi piacerebbe sperimentare?
Sul filone di griglie: incastri, transizioni, fori, sfumature, innesti, strati, ...
Negli ultimi mesi le call sono diventate per noi un'occasione per vivere il progetto in maniera spensierata e leggera, con l’obiettivo principale di divertirci e prendere parte ad un discorso corale. La ricchezza dell’output collettivo, orizzontale e democratico, è senz’altro l’aspetto che più ci ha colpite in positivo. È un approccio coraggioso perché, scegliendo di non selezionare le candidature e aprendo a chiunque la possibilità di partecipare, si va incontro al rischio di non raggiungere il livello di qualità sperato. Invece il bello sta proprio lì, nel valorizzare le diversità creando un calderone di spunti, pensieri, immagini e lasciando ad ognunǝ la libertà di esprimersi e trovare ispirazione.
ABOUT: è un progetto dinamico che cresce anche grazie al contributo di chi lo segue e lo sostiene. Secondo voi, cosa potrebbe essere migliorato o sviluppato ulteriormente?
- E infine... Quale futuro immaginate per ABOUT:?
Cosa vi augurate per questo progetto?
Si sta già costruendo una community intorno al progetto, l’augurio è sicuramente che questo fenomeno possa espandersi, crescere e diventare una realtà rilevante nel panorama italiano.
→ Fascia oraria di Sovrappensiero
→ Geta di Ivan Raimondi